A mia madre, che non ha mai letto Pasolini
L’architettura formale di Corpi Eretici procede per scene che vanno a formare una più ampia struttura ternaria: Canti I, II, III, IV – V, – VII, VIII, IX. Ogni scena si differenzia per carattere, atmosfera e contenuti musicali; ad echi, reminiscenze della musica popolare, si alternano linguaggi più colti nel tentativo di creare una drammaturgia musicale aderente al libretto di Marco Baliani ma che in certi momenti possa distaccarsene, rendersi autonoma, al fine di ampliare la visione poetica dell’opera.
Durante la lunga fase di studio precedente la composizione, ho spesso pensato a come sarebbe stato il suono dell’opera. Ho cercato di ottenere un suono essenziale, pulito, in cui i timbri possano evidenziarsi nella loro semplice fisicità, un suono quindi meno materico – rispetto alle mie precedenti opere – meno ridondante, che possa divenire necessario complice del suono dei corpi: la voce, assoluta protagonista in tutta la sua potenza evocativa.
Mauro Montalbetti