I filmati realizzati per l’opera Il Sogno di una cosa sono parte integrante della drammaturgia che si è andata definendo con Marco Baliani e Mauro Montalbetti nel corso dell’ultimo anno; sin dai primi incontri tra noi in fase di sviluppo della drammaturgia, abbiamo inteso la parte video come uno degli elementi narrativi che si sarebbero intersecati con la parola, l’azione scenica e la musica. Al video quindi, sin dalle prime idee embrionali, è stata assegnata anche una funzione drammatica, oltre che scenografica; con lo scenografo Carlo Sala poi si è lavorato di concerto per individuare delle scene che potessero portare in sé la proiezione video, dando anche la possibilità di movimento delle scene-proiezioni. L’immaginario che i video propongono allo spettatore origina da suggestioni che sono emerse dalle sessioni creative tra noi tutti, e che sono anche contenute nella scrittura di Baliani e nella musica di Montalbetti. Il punto di partenza è stato quello di non voler creare un’opera commemorativa del drammatico evento di Piazza della Loggia, ma di voler portare oggi una riflessione profonda – anche attraverso il sentimento dell’indignazione – su quei fatti e su tutto il periodo dello stragismo italiano, attraverso il portato emotivo e poetico dell’intreccio tra musica, parole e immagini de Il Sogno di una cosa. I video alternano immagini di tipo simbolico a immagini di repertorio, sia filmati che fotografie, che intervengono quali documenti storici di quei giorni e quali indizi di una possibile memoria privata; tengo a precisare che si è tenuto a non voler utilizzare fotografie della strage, immagini verso cui proviamo un sentimento di pudore e che, a nostro avviso, avrebbero riproposto il crudo immaginario purtroppo noto a molti. Qui il tentativo che si fa è quello di portare immagini che possano anche essere esemplari di un percorso che non si deve fermare alla distruzione portata dalla bomba in Piazza, ma che deve proseguire con intento riparatore fino al nostro presente. Abbiamo quindi lavorato a partire sì da elementi realistici e dettagli della storia, andando però a comporre immagini sospese tra realismo ed evocazione. I video realizzati appositamente saranno proiettati su diversi schermi/superfici integrati alle scene, in una coreografia visiva multipla. Per la realizzazione dei video sono affiancata da un gruppo di lavoro composto da professionisti con ampia esperienza nel campo delle installazioni multimediali e interattive, quali Davide Sgalippa e Paolo Ranieri; entrambi sono anche docenti presso il corso di Video Design dell’Istituto Europeo di Design di Milano. Grazie al loro coinvolgimento è stato possibile portare il progetto all’interno dello IED e coinvolgere nella realizzazione dei video alcuni studenti del terzo anno in fase conclusiva del corso; alcuni di loro hanno colto l’occasione di questa sinergia per sviluppare un proprio progetto di tesi a partire dai contenuti dell’opera e dalle sue modalità artistiche. L’esito di questo felice incontro tra un progetto esterno e l’Istituto sarà una mostra multimediale in allestimento nei giorni della rappresentazione dell’opera e delle sue repliche in uno spazio aperto alla cittadinanza, esposizione che farà da corollario e da ideale seguito a Il Sogno di una cosa.
Alina Marazzi