letto da Marco Baliani
musiche di Stefano Bollani
Due organismi viventi, un cuore e un gatto, vengono occultati, creduti morti; ma nella loro tragica vitalità, entrambi danno segnali della loro esistenza.
Un cuore batte sotto un tappeto, e la sua eco rimbomba terribile nelle orecchie di chi vi cammina. Soffocata tra la calce di una parete, la carogna di un gatto lancia i suoi temibili anatemi.
La fervida, cupa fantasia di Poe concepisce per entrambi i racconti un identico dispositivo letterario, per cui è il segnale di sopravvivenza lanciato dai supposti organismi soppressi, la leva che non soltanto smaschera gli artefici dell’occultamento, ma anche scardina la facciata della storia, mettendone a nudo il nocciolo di verità, la natura spaventosamente violenta e pulsante che si nasconde dietro qualsiasi apparenza.
Due apologhi inquietanti su cosa possa significare sopprimere, nascondere: e fallire. Due metafore straordinarie sulla cruda realtà con cui si è costretti a fare i conti, quale sia stato il tentativo di rimozione.
Lisa Ginzburg