dalla trilogia Memoria del fuoco di Eduardo Galeano
testo e regia Marco Baliani
con Isabella Carloni, Tanja Eick, Valeria Frabetti, Tanny Giser, Victoria Gutierrez, Angela Malfitano, Patricia Savastano
collaborazione drammaturgica Valeria Frabetti, Maria Maglietta
collaborazione alla regia Maria Maglietta
immagini e ambienti Lucio Diana
costumi Maria Maglietta
ricerca vocale Loredana Lanciano
tecnico luci Labros Mangheras
segretaria di produzione Roberta Lipparini
produzione La Baracca, Drama Teatri, Drodesera Festival
si ringrazia in particolare Egidia Bruno, Rita Mengoli, Jo Smith, Ivonne Valenti
prima nazionale 25 luglio 1992 (Dro)
… L’America Latina non ha sofferto solo il saccheggio dell’oro e dell’argento, del caucciù, del rame e del petrolio: ha sofferto anche l’usurpazione della memoria. Molto presto è stata condannata all’amnesia da coloro che le hanno impedito di essere…
Eduardo Galeno
Il teatro che proponiamo è in prima istanza un luogo della memoria, uno spazio per far depositare frammenti di Storia e di storie, per non dimenticare. Raccogliendo il proposito dello scrittore con forza cerchiamo un riscatto della memoria, memoria sequestrata di un’intera terra. Galeano ci riesce attraverso una scrittura fluida, breve, frammentata e intensamente poetica, ma anche informativa, lucida, mai retorica.
Le sette attrici in scena avranno il medesimo compito: sono lì per raccontare le loro piccole storie e, attraverso questo narrare, tentare di illuminare la grande Storia, paesaggio che è sempre alle spalle dei personaggi che la vivono. Sono sette donne richiamate alla vita della memoria da una di loro, la più anziana, per celebrare un matrimonio di sapore mitico.
Il regalo di nozze del matrimonio saranno i racconti dei loro ricordi, un raccontare fitto e denso, che si muove attraversando il tempo di ieri e quello presente, il tempo ancestrale e il recente passato prossimo.
Le sette attrici raccontano per frammenti, lampi di memoria, la storia del loro personaggio: figure femminili della storia d’America che Galeano ci propone come illuminanti momenti della Storia Grande, quasi che nella loro vita queste figure avessero concentrato i nodi irrisolti della loro terra.
È dunque una memoria al femminile quella che si va sviluppando, un modo di ricordare e raccontare che possiede la forza calma e invincibile delle madri di Plaza de Mayo e delle tante donne, sorelle, mogli, amanti, che hanno accompagnato lo scorrere dei secoli in terra d’America.
Lo spettacolo cerca di mantenere anche nel montaggio la stessa struttura dell’opera di Galeano, immagini dense che si accavallano e si sovrappongono rincorrendosi.
Il racconto permette non solo di ricordare e rivivere ma anche di riavvicinare e comprendere storie lontane che diventano illuminanti per il nostro presente.
Racconteremo la storia dell’America Latina attraverso i nostri occhi europei, per comprendere, allo scadere di questo secondo millennio, cosa è stata la nostra cultura, cosa ha lasciato in eredità, dove sta andando.
Ci siamo interrogativi sul nostro appartenere a quella storia.
Lo spettacolo lascia sospese alcune domande, sul tema dell’oblio, della volontaria dimenticanza, della violenza con cui la memoria viene quotidianamente calpestata, sull’impossibilità o sulla necessità dell’atto del ricordare, e ci piacerebbe che con tali domande sospese lo spettatore lasciasse il teatro.