Memorie del 16 ottobre 1943
testo e regia Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
Con Lino Guanciale e Sandra Toffolatti
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
DEBUTTO
16 ottobre 2023 / ore 21 / Teatro Argentina (Roma)
ingresso libero fino ad esaurimento posti
Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta anche su RaiRadio3 – Ascolta il promo
REPLICHE
Lo spettacolo sarà poi ripreso al Teatro India dal 25 al 29 ottobre 2023, con gli attori Sandra Toffolatti e Francesco Villano (recite alle 20, la domenica alle 18)
Milan Kundera
All’alba di quel 16 ottobre di ottant’anni fa il terribile si manifesta nel Ghetto Ebraico di Roma, sorprendendo gli animi, rompendo la straordinaria quotidianità di una vita regolata, pur in quei difficili tempi di guerra, da un intreccio di affetti, di convivialità, di pratiche religiose.
In un tessuto umano così ricco di tradizioni, l’orrore si manifesta come qualcosa di smisurato, che sopravanza ogni possibile tentativo di darsi una spiegazione. L’odio contro la diversità di un popolo prende la forma del sequestro della dignità, della riduzione degli esseri umani a “cose”, al di fuori per sempre da qualsiasi senso di umanità.
Viene chiamato quel giorno “rastrellamento” ma non sono foglie secche di un giardino ad essere rastrellate ma corpi e anime di esseri viventi che fino al giorno prima ancora erano convinti, pur in mezzo a timori e angosce, di appartenere al grande consesso dell’umanità. Fino a quel giorno ancora parlavano, discutevano, i bambini giocavano, insomma vivevano.
La giornata del 16 ottobre 1943 è composta di racconti, di cronache, di giornalismo intelligente, c’è un’oggettività dei fatti, quelli che Giacomo Debenedetti riesce a farci toccare con la sua splendida prosa. Ma il giorno prima del 16 ottobre è invece racchiuso nell’interiorità degli animi, nelle case, nei timori o nelle speranze, nella invisibile profondità dei cuori, nella minuta conduzione dell’esistenza
Attraverso la forza del teatro vorrei trovare le voci di alcuni personaggi che agiscono nelle ore dei giorni precedenti la retata, fino a quell’alba fatidica quando le squadre naziste irrompono nelle case. Ricordando la lezione di Italo Calvino quando diceva che solo raccontando le piccole storie si può riuscire a illuminare di luce nuova la Storia grande vorrei dare la parola teatrale a un bambino di nove anni, una ragazzina alle soglie dell’adolescenza, un giovane uomo, una giovane donna, un marito e una moglie.
In scena ci sono due attori, una donna e un uomo, capaci di avere dentro di loro questa moltitudine di voci, voci che escono con l’urgenza di chi non riesce a tenere nell’anima tanta materia di memoria. Le voci si alternano tra loro, cambiano di ritmo, di timbro, di volume, di intensità, ogni volta identificandosi profondamente col personaggio a cui la voce appartiene. A volte monologano, a volte narrano, a volte dialogano.
Ogni personaggio è supportato da una scrittura diversa per andamento e drammaturgia, e la sua breve storia di vita si dipana ogni volta grazie ad una diversa interpretazione. La musica lega una all’altra le voci dei personaggi, o le separa isolandole, o ancora si dispiega in passaggi più ampi.
Immagino un teatro essenziale, asciutto, potente nelle parole e nella capacità attorale di interpretarle, al servizio della francescana potenza del dire. Marco Baliani
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L’iniziativa è realizzata nell’ambito del programma commemorativo dell’80esimo anniversario del rastrellamento degli ebrei da Roma del 16 ottobre 1943 promosso da Roma Capitale con il contributo del Ministero dell’Interno in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma e la Fondazione Museo della Shoah.